- seconda parte -
Gli alfieri politici di quelle idee.
I nomi principali in ordine di responsabilità: USA, Bill Clinton, Barak Obama, Ronald Reagan, George Bush Senior. In Gran Bretagna, David Cameron, Margaret Thatcher, Tony Blair, John Major, Gordon Brown. In Germania, Angela Merkel, Helmut Kohl, Gerhard Schroder. In Francia, Francois Mitterrand, Valery Giscard D’Estaing, Nicolas Sarkozy, Jaques Chirac. In Italia, Giuliano Amato, Mario Draghi, Romano Prodi, Mario Monti, Tommaso Padoa-Schioppa, Massimo D’Alema, Enrico Letta, Massimo Tononi, Carlo A. Ciampi, Carlo Scognamiglio, Angelo Maria Petroni, Vincenzo Visco, Beniamino Andreatta, Maria Stella Gelmini, Emma Bonino, Antonio Martino, Lamberto Dini, Franco Bassanini, Giorgio Napolitano, Luigi Bersani, Guido Carli.
Dove decidono.
Gli ordini da impartire alla politica e da far atterrare sui banchi dei parlamentari per mezzo dei lobbisti vengono decisi in riunioni di Club riservati di uomini e donne del Vero Potere. Non è la massoneria, che certamente si trova diffusa in quei Club ma non ne è la madre. Le riunioni possono anche essere informali e avvenire nelle Fondazioni e nelle Lobby di cui sopra, ma in pochi casi esse prendono forma di gruppi istituzionalizzati. I principali da ricordare sono: la Commissione Trilaterale, il Bilderberg Group, l’Aspen Institute, e il World Economic Forum. Raccolgono la ‘Globocrazia’ occidentale (citazione da The Economist), il cui potere non ha bisogno di spiegazioni, basta leggere chi sono. Anche qui i nomi sono infiniti. Ne cito solo alcuni da ricordare: Peter Sutherland (ex WTO, Goldman Sachs, UE, Bilderberg), David Rockefeller (Trilat., Bilder.), Paul Volcker (ex FED, Aspen, Trilat., Bilder.), Leon Brittan (ex Commissione UE, Trilat.), Henry Kissinger (Aspen, Trilat., Bilder., WEF), John Micklethwait (Dir. The Economist, Bilder.), Zbigniev Brzezinski (ex gov. USA, ex Trilat.), Henry Paulson (ex gov. USA, Bilder.), Edmond de Rothschild (Bilder.), Ben Bernanke (govern. FED, Bilder.), Bill Clinton (WEF), Etienne Davignon (Bilder.), John Negroponte (ex Diplomazia USA, Trilat.), Karel de Gucht (Commissione UE per il Commercio, Bilder.), Condoleezza Rice (ex gov. USA, Aspen, Trilat., Bilder.), Jean Claude Trichet (govern. BCE, Bilder.), Timothy Geithner (Min. Tesoro USA, ex Trilat., Bilder.), Larry Summers (ex gov. USA, Bilder.), Carl Bildt (Min. Est. Svezia, Trilat., Bilder.), Joaquin Alumnia (Commissione UE per la Concorrenza, Bilder.), George Soros (WEF), Carlos Ghosn (Renault, WEF), George Papaconstantinou (Min. Finanz. Grecia, Bilder.), Peter Brabeck Letmathe (Nestlè, WEF), José Zapatero (premier Spagna, Bilder.), Cynthia Carroll (Anglo American, WEF), Josef Ackermann (Deutsche Bank, Bilder.), Neelie Kroes (Commissione UE per il Digitale, Bilder.), Christine Lagarde (Min. Finanz. Francia, Bilder.), Bill Gates (Microsoft, Bilder.), Donald Graham (AD Washington Post, Bilder), Robert Zoellick (Pres. Banca Mondiale, Bilder.).
Le università che gravitano attorno al World Economic Forum sono niente meno che: Columbia, Johns Hopkins, London School of Economics, Georgetown, Harvard, Tokio Univ., ETH Zurigo, Oxford, Stanford, MIT, Yale, Cambridge, Chicago Univ. I leaders politici nel WEC… tutti.
Il drappello italiano non manca, fra cui: Piero Gnudi (ENEL, Aspen), Fulvio Conti (ENEL, Bilder.), Riccardo Perissich (IAI, Aspen), Gianfelice Rocca (Techint, Aspen, Trilat., Bilder.), Angelo Maria Petroni (Sole 24 Ore, Aspen), Mario Monti (Bocconi, ex Commissione UE, Aspen, Trilat., Bilder.), Roberto Poli (ENI, Aspen), Paolo Scaroni (ENI, Bilder.), Giacomo Vaciago (ex Citibank, Aspen), Carlo Secchi (Bocconi, ex UE, Trilat.), Mario Draghi (Banca d’It., Bilder.), Giulio Tremonti (Min. Tesoro, Aspen), Fedele Confalonieri e Franco Frattini (Aspen), Domenico Siniscalco (vice di Morgan Stanley, Bilder.), Ferdinando Salleo (Mediocredito, Trilat.), Lucia Annunziata (Aspen), John Elkann (Fiat, Aspen, Trilat., Bilder.), Tommaso Padoa-Schioppa (scomparso, ex FMI, ex Fiat, Bilder.), Emma Marcegaglia (Aspen), Pierfrancesco Guarguaglini (Finmeccanica, Trilat.), Enrico Letta (ex gov. Prodi, Aspen, Trilat.), Corrado Passera (Intesa, Aspen), Carlo Scognamiglio (ex gov D’Alema, Aspen), Marco Tronchetti Provera (Pirelli, Trilat.), Franco Bernabè (Telecom, Bilder.), Franco Venturini (Corriere, Trilat.), Paolo Mieli (Aspen), Romano Prodi (Aspen, Bilder.), Giuliano Amato (oggi Deutsche Bank, Aspen), Paolo Savona (Banca di Roma, Aspen).
Non ufficialmente, alcune fonti citano Francesco Giavazzi, Ferruccio De Bortoli, Rodolfo De Benedetti come membri del Bilderberg Group.
Chi incassa.
Il Più Grande Crimine ha storpiato intere esistenze e inflitto pene inenarrabili a milioni di noi cittadini, e inflitto direttamente la morte a centinaia di milioni di ‘negri’. I dettagli nel saggio. Ecco chi ci guadagna e chi di fatto finanzia The Machine.
Dal Neomercantilismo guadagnano tutte le grandi Corporations, che è inutile listare qui, ma sottolineo che si tratta esclusivamente di quelle che capitalizzano sull’export e che hanno oggi gli occhi puntati sui mercati di Cina, Brasile, India, Paesi emergenti dell’Opec, Stati Uniti. Il meccanismo è quello della deflazione degli stipendi ottenuta creando masse di disoccupati (in UE oggi 23 milioni) e sottoccupati. Ecco il meccanismo criminale creato a tavolino: coi fantasmi del debito e del deficit si paralizza la spesa dello Stato pro cittadini e si impongono i tagli al sociale e ai salari (in UE anche di più a causa del Patto di Stabilità che strangola gli Stati, che se sforano sono puniti e costretti a tagli selvaggi); i cittadini s’impoveriscono, le piccole medie aziende non vendono e licenziano/precarizzano e calano i loro salari; lo Stato deve usare gli ammortizzatori sociali e con la deflazione dei redditi incassa anche meno tasse, per cui aumenta il suo deficit, quindi ancora tagli e giù i salari, ancora giù le vendite e giù i salari di aziende, ancora disoccupati, e via daccapo, fino alla creazione di masse di disoccupati/sottoccupati che competono per uno stipendio, e a questo punto le industrie neomercantili li ricattano e li assumono per stipendi bassi/indecenti. Non solo, gli impongono la produttività esasperata che fa lavorare meno gente per produrre la stessa quantità di cose, per cui ancora meno posti di lavoro, e ancora più masse ricattabili.
Le grandi Corporations che ne beneficiano sono i mostri internazionali come Renault, Siemens, Boeing, Microsoft, Electrolux, Vodafone, General Electric, Procter & Gamble, Alcoa, Caterpillar, Volkswagen… Le italiane sono poche, fra cui Finmeccanica, Fiat, Benetton, Luxottica, Tod’s, A2A. Tuttavia non si dimentichi che le politiche di deflazione salariale delle Corporations neomercantili tedesche e francesi si riflettono immediatamente sui nostri salari industriali anche nelle aziende non direttamente neomercantili.
Dalla monopolizzazione della falsa concorrenza guadagnano in particolare i mostri dell’agribusiness come Cargill, ADM, Bunge, Potash Corp., Monsanto, Syngenta, Bayer, Dow, BASF, AGCO, John Deere, New Holland, coloro che hanno conquistato il monopolio di mercato nelle sementi, nei pesticidi, nei fertilizzanti, nelle attrezzature agricole. Essi però stanno sfruttando un altro immane capitolo del Vero Potere che ho trattato qui http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.html?id=214, che è quello della corsa agli alimenti.
Dalla distruzione degli Stati nella loro sovranità economica guadagnano: in primo luogo gli investitori che comprano a prezzi stracciati i beni pubblici privatizzati dallo Stato nella sua corsa disperata alla ricerca di entrate per ripianare i fantasmi del debito e del deficit (artificialmente indotti come spiegato più sopra). Essi passano spesso attraverso la mediazione delle banche d’investimento, o sono queste stesse che partecipano alle acquisizioni, in un intreccio incredibile di speculatori/banche che vede circolare sempre gli stessi soggetti in mille vesti diverse. I nomi dei maggiori fra questi colossi sono Goldman Sachs, JPMorgan Chase, Morgan Stanley, Bank of America, Barclays Capital, Credit Suisse, Deutsche Bank, UBS, HSBC, BNP Paribas, ING Groep, Banco Bilbao, Rabobank, Banco Santander, Nomura, Wells Fargo, Societé General, Lloyds TSB. In Italia svettano in cima Unicredito Italiano, Intesa Sanpaolo, Monte Paschi Siena Finance, Market Capital Italia, Mediobanca, Eidos Capital. Il salotto ‘buono’ del capitalismo italiano che ha investito in privatizzazioni vede i soliti nomi di Carlo De Benedetti, Luca C. di Montezemolo, la famiglia Benetton, Cesare Geronzi, Marco Tronchetti Provera, la famiglia Moratti, Roberto Colaninno, Corrado Passera, Leonardo Del Vecchio, Francesco Caltagirone, Antonio Angelucci fra i più noti, ma elencarli tutti è impossibile.
Oltre ai Neomercantili, dal sopraccitato girone infernale – dove gli Stati sono costretti sia dell’ideologia Neoliberista che dalla truffa dell’euro a imporre deflazione della ricchezza, che fa crollare gli stipendi che fanno crollare le aziende che licenziano, con di nuovo conseguenze catastrofiche nei conti pubblici che ancora trascinano gli Stati in basso al punto da rischiare il fallimento dei conti (il default) – guadagnano anche gli speculatori della finanza ad alto rischio. Essi si sono specializzati in scommesse con prodotti finanziari detti ‘derivati’ contro (l’insostenibile) euro, contro i nostri mercati al collasso, contro qualsiasi cosa contro cui si possa scommettere in economia. Si riuniscono in particolare negli Hedge Funds, capaci di portarsi a casa somme impronunciabili, come i dodicimilamilioni di dollari incassati dal Hedge Fund John Paulson speculando contro la crisi finanziaria che il suo partner Goldman Sachs aveva concorso a causare. Cioè: un mio amico ti spacca il vetro di notte, poi la mattina io incasso dalla scommessa che avevo fatto che ti si sarebbe rotto. Letteralmente. Ma qui c’è un twist della storia che è grottesco: perché le scommesse degli Hedge Funds contro l’Eurozona concorrono ad allarmare le agenzie di rating, come Moody’s o Fitch, che sono quelle che poi danno i voti o le bocciature alla credibilità degli Stati. Allora ecco che gli Hedge Funds scommettono contro la Grecia dell’euro, Moody’s da ciò desume che essa è instabile visto che gli squali le sono contro, e prontamente la declassa nella sua pagella. Ma la bocciatura rende ancor più difficile per la Grecia trovare investimenti, e questo la sospinge sempre più sull’orlo del burrone. Gli Hedge Funds avevano scommesso sulla bocciatura e sul burrone, e incassano cifre folli. Peggio dei pescecani, molto peggio perché tutto questo accade su sofferenze sociali immani. I nomi principali sono: JP Morgan, Bridgewater, John Paulson, Soros Fund, Man Group, BlackRock, Goldman Sachs Asset Management, Blue Crest, Magnetar, Tricadia. In Italia i principali sono: Generali I.A., Azimut Capital Management, Euroimmobiliare A.I., Capitalia I.A., Intesa, Lyxor, Pioneer A.I.M., Pirelli Re Opportunities, Zenit A.I., Duemme Hedge. Da ricordare che in Italia essi sono stati introdotti dal regolamento del Ministero del Tesoro emanato con decreto del 24 maggio 1999, n.228. Chi c’era al governo?
Conclusione
Questo vademecum non è affatto esaustivo, ma di certo forma una mappa di nomi chiari dietro a sigle prima vaghe come ‘il sistema’, la ‘cupola del potere’, o semplicemente ‘i potenti’. E’ invece la mappa del Vero Potere, delle sue idee e di chi oggi lo rappresenta. Ora li conoscete.
Spero sia chiaro ai lettori che gli altri poteri minori, come i governi italiani in generale, le caste professionali, e persino le mafie regionali, non sono coloro che decidono del nostro destino con totale ampiezza di poteri. Solo una considerazione ad esempio: la Camorra potrebbe campare duemila anni, ma non ce la farà mai ad abolire la sovranità legislativa di 27 Stati in un colpo solo, o a creare 30 milioni di disoccupati in 2 anni. Il Vero Potere l’ha fatto.
Voi fate quello che si è sempre fatto nella Storia, combatteteli. Hanno abolito la democrazia.